tradimenti
“La moglie perfetta”
di 
Angel1965
18.05.2025 |
16 |
0
"Lino sistemava la lavastoviglie..."
Non tutte le donne sono nate per essere madri.Non tutte le mogli sono nate per essere fedeli.
Io sono nata per essere guardata. Desiderata. Scopata.
Da chiunque. Ovunque. In ogni modo.
Mi chiamo Stefania. Ho un marito che mi adora e una faccia da brava donna.
Ma sotto questa pelle liscia, sotto questi occhi puliti, c’è solo voglia, calore, e fame di cazzo.
Mia madre mi ha insegnato a essere elegante.
La vita mi ha insegnato a essere una puttana.
E ora ve lo racconto.
Perché ogni santa domenica…
…divento l’inferno in carne viva.
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Capitolo 1 – Rete di piacere
Campo da calcio. Sabato sera.
Fari accesi. Silenzio. Odore di terra bagnata.
Lino, mio marito, era a casa davanti alla TV. Io no.
Io ero lì per Angelo. Numero 9. Fisico da pantera, occhi che mi spogliavano a ogni corsa.
Lo raggiunsi nel silenzio degli spogliatoi.
Addosso solo un vestitino corto. E nient’altro.
Senza una parola, gli baciai il collo. Poi mi piegai.
Contro la rete. Come un’offerta.
— Sei pazza… — sussurrò.
— No. Sono solo bagnata.
Mi prese da dietro, con foga.
La rete cigolava. Le sue mani mi marchiavano.
Venni con un urlo. Gamba larga, faccia nella rete, e lui dentro. Forte.
Quando uscì da me, mi passai un dito tra le cosce. Lo portai alle labbra. Leccai.
— Settimana prossima, stessa ora.
— Solo se giochi senza mutande — rise lui.
⸻
Capitolo 2 – La domenica infernale
Ore 10:43. Cucina.
Lino parlava della partita. Io pensavo alla scopata.
Avevo ancora le sue tracce addosso mentre preparavo il caffè.
Il pomeriggio lo accompagnai allo stadio. Ma il mio biglietto era un altro: pass per gli spogliatoi.
Sotto la giacca, niente. Solo voglia.
Alle 13:00 ero già in ginocchio.
Vapore. Silenzio. La sua mano nei miei capelli.
Lo presi in bocca con fame. Come una tossica.
Mi venne in gola. Lo mostrai sulla lingua. Poi ingoiai.
Semplice. Come una professionista.
Perché io non sono una moglie.
Io sono una funzione.
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Capitolo 3 – Il parcheggio degli orrori
Fine partita.
Lino rideva con gli amici. Io “sistemavo il trucco”.
In realtà salivo su un SUV, con due giocatori.
— Angelo dice che siete bravi. Ma io voglio provare.
Mi scoparono come una cosa.
Un trofeo. Una bocca, una figa, un culo.
Quando uscii, avevo le cosce appiccicose.
Rossetto sbavato. Le mutandine infilate nella tasca di uno di loro.
Tornai accanto a Lino.
— Bella partita, eh amore?
— La migliore dell’anno — dissi. Con due sborrate dentro.
⸻
Capitolo 4 – La regina dei cornuti
Venerdì sera. Lino sistemava la lavastoviglie.
Io uscivo per una “cena tra amiche”.
Destinazione: villa privata. Otto ragazzi. Una regola.
“Stasera sei nostra.”
Mi spogliarono. Mi usarono. Mi presero ovunque.
Manette. Dita in gola. Risate. Bestemmie.
Mi sculacciarono. Mi riempirono. Mi sborarono addosso.
In faccia. Sulla pancia. Dentro.
Quando mi slegarono, ero sfinita.
Felice. Disintegrata.
Una puttana completa.
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Epilogo – La troia perfetta
Tornai a casa all’1:55.
Lino dormiva. Mi infilai a letto nuda.
Ancora sporca. Ancora piena.
Mi baciò la fronte, mezzo addormentato.
— Com’è andata la cena?
— Bellissima, amore. Le ragazze mi invidiano.
Mi strinse forte.
E io chiusi gli occhi, con la figa che pizzicava ancora.
Avevo la bocca arsa, le cosce indolenzite e l’anima svuotata.
Ma felice.
Perché io non voglio amore.
Io voglio servire. Sottomettermi. Godere.
Perché non sono una donna qualsiasi.
Non sono una moglie.
Non sono nemmeno un’amante.
Io sono un bisogno.
Una pausa.
Uno sfogo.
Un pozzo caldo dove gli uomini lasciano il peggio e il meglio di sé.
E lo farò finché il corpo reggerà.
Finché qualcuno vorrà ancora…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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